25 febbraio
Il Simposio dei Comici
Spettacolo teatrale liberamente ispirato al Simposio di Platone
TEATRO STIMATE
Il Simposio dei Comici è un’opera liberamente ispirata al Simposio di Platone, proposta nelle forme originali di una “Commedia dell’Arte d’innovazione”.
Il tema è l’Eròs, che, oggi come allora, è fame del corpo e dell’anima, ricerca incessante di nutrimento, di completezza, di conoscenza e d’immortalità: proprio come il teatro.
I protagonisti del simposio platonico prendono le sembianze dei caratteri tradizionali della Commedia dell’Arte: Arlecchino, Balanzone, Brighella, Pantalone, il Capitano, la Servetta, il Garzone. Insieme a loro attori, danzatori, musicisti tentano l’audace impresa di fare il teatro con la filosofia e la filosofia con il teatro. I nomadi artisti si destreggiano tra bauli, valigie, strumenti musicali, lasagne leggerissime e una grande luna, fedeli compagni di viaggio. E poi c’è uno sgabello: lo sgabello di Socrate. Ma Socrate dov’è?
Lo spettacolo, che debutta al teatro Stimate di Verona sabato 25 febbraio 2017 alle 20.30, è realizzato, con il patrocinio dell’Associazione SAT. nell’ambito del progetto Commedia dell’Arte: tradizione e innovazione tra Veneto e mondo, promosso dal Liceo Artistico Statale di Verona e da un gruppo di giovani appassionati d’arte e teatro. Studenti, docenti ed ex-alunni, con un gruppo di allievi musicisti del Liceo Montanari di Verona (indirizzo musicale), hanno creato una compagnia teatrale capace, come le antiche compagnie di Commedia dell’Arte, di realizzare una produzione completa, dalla scrittura del canovaccio e della colonna sonora, fino alla messinscena con musica dal vivo, inclusa la gestione economica ed organizzativa.
Decisivo per l’ideazione del progetto è stato l’impulso del Dipartimento di Filosofia del Liceo Artistico, che ha scommesso sulla validità del teatro come mediatore didattico, proponendo, come soggetto per la messinscena, un testo fondamentale della tradizione filosofica: il Simposio di Platone, punto di riferimento imprescindibile della riflessione sulla bellezza e sull’amore anche in età moderna.
Abbiamo scovato, incastonate nel testo platonico, vene comiche e frecce d’ironia: le abbiamo volute portare in primo piano, convinti che – forse anche nelle intenzioni di Platone – esse segnalassero snodi importanti del dialogo. Da questi snodi comici ed ironici ha preso avvio, nella nostra immaginazione, la metamorfosi dello scritto filosofico in testo teatrale di Commedia dell’Arte.
La stessa metamorfosi che, nella messinscena, trasforma ritualmente gli attori in maschere: i corpi si trasformano e così la voce, il gesto, il movimento, l’abito.
Ne è scaturita una traccia drammaturgica, poi rimaneggiata dal lavoro degli attori, in cui la comicità si affianca alla malinconia o persino alla tragedia, a note liriche e – per dirla con Diotima – a “barlumi lineari di pensiero”. Un ringraziamento al Dipartimento di Filosofia del Liceo Artistico di Verona, che ci ha incoraggiati in questa avventura.
Mario Gallo, Francesca Nardi (autori del canovaccio)
Le musiche si sono ispirate, come suggerito dal sottotitolo del progetto, ad un incontro tra tradizione musicale tipica della Commedia Dell’Arte ed Innovazione. In linea con il testo teatrale si sposano ritmi popolari ad echi rinascimentali e a danze dell’est si alternano melodie impressioniste o, talvolta, sperimentalismi percussivi PostModerni.
Francesco Menini (autore delle musiche e direttore d’orchestra)
Il Simposio dei Comici
Spettacolo teatrale liberamente ispirato al Simposio di Platone
TEATRO STIMATE
Il Simposio dei Comici è un’opera liberamente ispirata al Simposio di Platone, proposta nelle forme originali di una “Commedia dell’Arte d’innovazione”.
Il tema è l’Eròs, che, oggi come allora, è fame del corpo e dell’anima, ricerca incessante di nutrimento, di completezza, di conoscenza e d’immortalità: proprio come il teatro.
I protagonisti del simposio platonico prendono le sembianze dei caratteri tradizionali della Commedia dell’Arte: Arlecchino, Balanzone, Brighella, Pantalone, il Capitano, la Servetta, il Garzone. Insieme a loro attori, danzatori, musicisti tentano l’audace impresa di fare il teatro con la filosofia e la filosofia con il teatro. I nomadi artisti si destreggiano tra bauli, valigie, strumenti musicali, lasagne leggerissime e una grande luna, fedeli compagni di viaggio. E poi c’è uno sgabello: lo sgabello di Socrate. Ma Socrate dov’è?
Lo spettacolo, che debutta al teatro Stimate di Verona sabato 25 febbraio 2017 alle 20.30, è realizzato, con il patrocinio dell’Associazione SAT. nell’ambito del progetto Commedia dell’Arte: tradizione e innovazione tra Veneto e mondo, promosso dal Liceo Artistico Statale di Verona e da un gruppo di giovani appassionati d’arte e teatro. Studenti, docenti ed ex-alunni, con un gruppo di allievi musicisti del Liceo Montanari di Verona (indirizzo musicale), hanno creato una compagnia teatrale capace, come le antiche compagnie di Commedia dell’Arte, di realizzare una produzione completa, dalla scrittura del canovaccio e della colonna sonora, fino alla messinscena con musica dal vivo, inclusa la gestione economica ed organizzativa.
Decisivo per l’ideazione del progetto è stato l’impulso del Dipartimento di Filosofia del Liceo Artistico, che ha scommesso sulla validità del teatro come mediatore didattico, proponendo, come soggetto per la messinscena, un testo fondamentale della tradizione filosofica: il Simposio di Platone, punto di riferimento imprescindibile della riflessione sulla bellezza e sull’amore anche in età moderna.
Abbiamo scovato, incastonate nel testo platonico, vene comiche e frecce d’ironia: le abbiamo volute portare in primo piano, convinti che – forse anche nelle intenzioni di Platone – esse segnalassero snodi importanti del dialogo. Da questi snodi comici ed ironici ha preso avvio, nella nostra immaginazione, la metamorfosi dello scritto filosofico in testo teatrale di Commedia dell’Arte.
La stessa metamorfosi che, nella messinscena, trasforma ritualmente gli attori in maschere: i corpi si trasformano e così la voce, il gesto, il movimento, l’abito.
Ne è scaturita una traccia drammaturgica, poi rimaneggiata dal lavoro degli attori, in cui la comicità si affianca alla malinconia o persino alla tragedia, a note liriche e – per dirla con Diotima – a “barlumi lineari di pensiero”. Un ringraziamento al Dipartimento di Filosofia del Liceo Artistico di Verona, che ci ha incoraggiati in questa avventura.
Mario Gallo, Francesca Nardi (autori del canovaccio)
Le musiche si sono ispirate, come suggerito dal sottotitolo del progetto, ad un incontro tra tradizione musicale tipica della Commedia Dell’Arte ed Innovazione. In linea con il testo teatrale si sposano ritmi popolari ad echi rinascimentali e a danze dell’est si alternano melodie impressioniste o, talvolta, sperimentalismi percussivi PostModerni.
Francesco Menini (autore delle musiche e direttore d’orchestra)
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